Canto della Promessa
La mia Promessa scout
Canto della Promessa
Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per servire Dio, la Chiesa e la Patria, aiutare il Prossimo in ogni circostanza e osservare la legge degli scout.
ormai sono trascorsi tanti anni dal giorno della mia Promessa, anzi dalla notte, una notte di Natale. Le strade erano buie e silenziose. Mi aveva accolto una palestra un po’ disadorna come sono tutte le palestre; mi avevano accolto don Adolfo Asnaghi, assistente ecclesiastico, e i capi tutti in perfetta divisa e tanti amici festanti.Fuori intanto aveva incominciato a nevicare.
Queste sono le parole che ho pronunciato e che gli scout cattolici di tutto il mondo pronunciano quando entrano a far parte del grande movimento fondato da Baden Powell. E’ un momento solenne, quello della Promessa, un momento che lo scout ricorda per tutta la vita.
Ho sussurrato la mia Promessa con un crescendo di emozione e con la mano appoggiata appena appena al guidone giallo e blu. Dentro però la mia voce era squillante, forte, chiara. La sentivo non come un’eco lontana, ma come una musica dal vivo.
Negli anni vissuti come scout ho imparato a vivere in gruppo, a cavarmela nelle difficoltà, a cercare l’essenzialità, ad assumere responsabilità via via sempre più crescenti. Ho imparato la fatica della strada, quel lungo camminare verso una meta, in silenzio, in ascolto degli alberi, della gente, dei miei passi sui sentieri, del canto che mi faceva sentire in cerchio anche se procedevo in fila indiana.
Non so se tutto quello che finora ho fatto nella mia vita l’ho fatto per onorare la mia Promessa. A volte mi chiedo se la mia vita sarebbe stata la stessa senza la Promessa scout. Non lo so. Forse sì e forse no.
Di una cosa però sono certa: la mia Promessa è stata ed è una presenza benefica. Quella parola data mi ha accompagnato per tutta la vita con discrezione, con rispetto per la mia libertà, con molta indulgenza. Non mi ha mai caricato di sensi di colpa. E’ stata una presenza portatrice di bene, perché con lei c’erano tutte le Promesse pronunciate sotto le stelle, nei prati dei campi estivi, sulle strade delle routes, nelle chiesine improvvisate e solitarie, piene di gioia e in pace con l’intero creato.
Oggi è una presenza che segue con fedeltà, il mio vivere quotidiano, che mi aspetta pazientemente quando l’abbandono o la ignoro, che ha misericordia dei miei tradimenti.
E’ una presenza che mi tiene unita a tante persone con cui ho vissuto un’esperienza unica ed irripetibile: i giorni vissuti dentro verdi radure, il fuoco dei bivacchi intorno ai quali si scioglieva il nostro canto e il silenzio della notte ci preparava alla contemplazione, le routes piene di strade e di sole, di pioggia e di vento, il nostro camminare in cerca d’acqua per la sete, di pane per la fatica, un passo dopo l’altro e lo zaino con l’essenziale dentro.
E’ una presenza che mi ricorda le capo, le nostre piccole, grandi capo, cariche di responsabilità e di premure, insieme con noi nel freddo degli accantonamenti invernali, a rabbrividire al mattino coperte di rugiada, a guardare con noi l’immagine del sole riflessa nei nostri laghi, a mostrarci lo splendore dell’albero e dell’aria, la bellezza dell’alba e del tramonto, insieme nella preghiera e nel lavoro, nel dividere il pane e i doni dello Spirito, insieme nell’attesa del ritorno del Signore, insieme nel pacifico lavoro che accelera la sua venuta.
E’ una presenza che mi lega alla figura di don Asnaghi, carico di sapienza e di tenerezza, che mi ha confidato i segreti del creato, mi ha raccontato le storie delle montagne e dei fiumi, mi ha indicato la via della verità, mi ha segnalato le occasioni di felicità che sono spesso così difficili da riconoscere e da afferrare.
E’ una presenza che mi lega alla grande famiglia scout, a questo cerchio ideale, unito dalle affinità del cuore, del pensiero e della fede, a tutti quelli che ancora oggi, nel mondo, inseguono la luce vivendo la Promessa e la Legge scout.
Queste sono le parole che ho pronunciato e che gli scout cattolici di tutto il mondo pronunciano quando entrano a far parte del grande movimento fondato da Baden Powell. E’ un momento solenne, quello della Promessa, un momento che lo scout ricorda per tutta la vita.
Ho sussurrato la mia Promessa con un crescendo di emozione e con la mano appoggiata appena appena al guidone giallo e blu. Dentro però la mia voce era squillante, forte, chiara. La sentivo non come un’eco lontana, ma come una musica dal vivo.
Negli anni vissuti come scout ho imparato a vivere in gruppo, a cavarmela nelle difficoltà, a cercare l’essenzialità, ad assumere responsabilità via via sempre più crescenti. Ho imparato la fatica della strada, quel lungo camminare verso una meta, in silenzio, in ascolto degli alberi, della gente, dei miei passi sui sentieri, del canto che mi faceva sentire in cerchio anche se procedevo in fila indiana.
Non so se tutto quello che finora ho fatto nella mia vita l’ho fatto per onorare la mia Promessa. A volte mi chiedo se la mia vita sarebbe stata la stessa senza la Promessa scout. Non lo so. Forse sì e forse no.
Di una cosa però sono certa: la mia Promessa è stata ed è una presenza benefica. Quella parola data mi ha accompagnato per tutta la vita con discrezione, con rispetto per la mia libertà, con molta indulgenza. Non mi ha mai caricato di sensi di colpa. E’ stata una presenza portatrice di bene, perché con lei c’erano tutte le Promesse pronunciate sotto le stelle, nei prati dei campi estivi, sulle strade delle routes, nelle chiesine improvvisate e solitarie, piene di gioia e in pace con l’intero creato.
Oggi è una presenza che segue con fedeltà, il mio vivere quotidiano, che mi aspetta pazientemente quando l’abbandono o la ignoro, che ha misericordia dei miei tradimenti.
E’ una presenza che mi tiene unita a tante persone con cui ho vissuto un’esperienza unica ed irripetibile: i giorni vissuti dentro verdi radure, il fuoco dei bivacchi intorno ai quali si scioglieva il nostro canto e il silenzio della notte ci preparava alla contemplazione, le routes piene di strade e di sole, di pioggia e di vento, il nostro camminare in cerca d’acqua per la sete, di pane per la fatica, un passo dopo l’altro e lo zaino con l’essenziale dentro.
E’ una presenza che mi ricorda le capo, le nostre piccole, grandi capo, cariche di responsabilità e di premure, insieme con noi nel freddo degli accantonamenti invernali, a rabbrividire al mattino coperte di rugiada, a guardare con noi l’immagine del sole riflessa nei nostri laghi, a mostrarci lo splendore dell’albero e dell’aria, la bellezza dell’alba e del tramonto, insieme nella preghiera e nel lavoro, nel dividere il pane e i doni dello Spirito, insieme nell’attesa del ritorno del Signore, insieme nel pacifico lavoro che accelera la sua venuta.
E’ una presenza che mi lega alla figura di don Asnaghi, carico di sapienza e di tenerezza, che mi ha confidato i segreti del creato, mi ha raccontato le storie delle montagne e dei fiumi, mi ha indicato la via della verità, mi ha segnalato le occasioni di felicità che sono spesso così difficili da riconoscere e da afferrare.
E’ una presenza che mi lega alla grande famiglia scout, a questo cerchio ideale, unito dalle affinità del cuore, del pensiero e della fede, a tutti quelli che ancora oggi, nel mondo, inseguono la luce vivendo la Promessa e la Legge scout.
[25.12.1963] Scricciolo della Radura