CANTÙ CELEBRA IL CENTENARIO DEL MOVIMENTO SCOUT
Un pannello di acciaio, una figura di scout in cammino che sembra balzare dal pannello stesso e andare verso chi guarda e poi le parole del ricordo, incise, per sempre. Queste:
“Le guide e gli scout cattolici di Cantù, nel primo centenario di fondazione del loro movimento, rinnovano la fedeltà ad una Promessa, la fiducia nella bellezza della vita, la gioia del servizio ai fratelli.
Ricordano don Adolfo Asnaghi che li ha seguiti e guidati per tanti anni. A lui, prete di Dio e amico grande, esprimono infinita riconoscenza per aver dato a tutti ali per volare e sogni per continuare a vivere, insieme, lungo le strade del mondo e della grande avventura scout”.
Così, il 29 marzo 2008, il Masci e l’Agesci di Cantù hanno ricordato il centenario del movimento scout e la figura di don Adolfo Asnaghi, per diversi anni assistente scout nonché assistente nazionale delle Scolte.
Pochi giorni prima della sua morte, avvenuta il 16 gennaio 2007, aveva scritto, “sono preparato”, il motto scout concretamente vissuto nel momento in cui Dio lo ha chiamato.
A scoprire la grande targa, sono stati invitati un lupetto e una lupetta, ma con loro, quel sabato pomeriggio, c’erano tutti gli scout di Cantù, di ieri e di oggi e, idealmente, tutta la grande famiglia scout, riunita, in un cerchio ideale, dalle affinità del cuore, del pensiero e della fede, riunita intorno ad un’uguale Promessa, ad un’uguale legge scout.
Cerimonia semplice, ma di grande significato. Il pannello è posizionato a metà della Salita Camuzio, la strada acciottolata che porta al Collegio “De Amicis”, dove per tanti anni don Asnaghi è stato professore di storia e filosofia e dove lo scoutismo canturino ha spesso trovato la sede per le sue attività.
Presenti sono il sindaco e l’assessore alle politiche giovanili. E poi mons. Lino Cerutti, già prevosto di Cantù, don Alberto Vigorelli, successore di don Asnaghi nella guida spirituale degli scout.
Ci sono i primi scout di Cantù, Roberto Allievi, Luciano Giani, Angelo Avedano, Eli Colombo, Antonio Pagani, Massimo Novati, Giuseppe Mauri; le prime scolte, Mariadele Marelli, Luisa Terzi, Ermanna Carugati, Paola Gaiani, Mariangela Fallini. Hanno risposto Stefania e Giulia; e Danilo in rappresentanza del CNGEI di Como… E poi tanti amici e famigliari degli scout e tante persone che hanno conosciuto don Asnaghi e ora lo ricordano con affetto.
Nella breve, ma intensa cerimonia, grazie anche agli interventi che si sono succeduti, tutti hanno idealmente ripercorso il cammino fatto con don Asnaghi e tutti hanno sentito vivissimo il ricordo di un’esperienza unica ed irripetibile e le tante, bellissime avventure vissute insieme: le notti sotto le stelle nelle brevi radure; il fuoco dei bivacchi intorno ai quali si scioglieva il canto e il silenzio della notte preparava alla contemplazione; le route piene di strade e di sole, di pioggia e di vento, e quel camminare in cerca d’acqua, di un posto per dormire, un passo dopo l’altro e lo zaino con l’essenziale dentro.
Lui, il don, insieme nel freddo dei campi invernali, a rabbrividire al mattino dentro le tende coperte di rugiada, a guardare l’immagine del sole riflessa nei laghi, a mostrare lo splendore dell’albero e dell’aria, la bellezza dell’alba e del tramonto ,insieme nella preghiera e nel lavoro, nel dividere il pane e i doni dello Spirito.
Lui, ad indicare la via della verità, a segnalare le occasioni di felicità che sono spesso così difficili da riconoscere e da afferrare.
Insieme, nelle Messe al campo sull’altare fatto di tronchi e di rami mentre lui stende la mano sul pane e sul vino e li rende alimento vivo e santo.
Don Asnaghi, uno studioso, che ha amato la chiesa ortodossa, l’assoluta bellezza delle icone, l’oriente bizantino che medita e contempla, la spiritualità del monachesimo russo. Un sacerdote che ha vissuto pieni silenzi, che ha amato in egual misura la luce e le tenebre, la gioia e il dolore, la speranza e la delusione,la vittoria e la sconfitta; che ha accolto gli affanni degli uomini per restituirli poi ricchi di significato e di amore, che ha fugato paure e sconforti, ripetendo con vigore: “impotente è il male, noi siamo eterni e con noi c’è Dio”. La targa che lo ricorda dice anche tutta la gioia degli scout per averlo un giorno incontrato, per aver camminato con lui cantando, tacendo, pregando,sostando a cercare fiori per la mensa e vino per la comunione.
Al termine della cerimonia, nel cortile del Collegio “DeAmicis”, don Alberto ha infine celebrato la Messa mentre il tramonto dipingeva di rosso e d’arancio il monte Rosa, il Sacro Monte di Varese e il Generoso.
Dirigono la liturgia gli scout di oggi, con le loro chitarre e i loro canti dal ritmo veloce. Al momento della pace, don Alberto ricorda don Asnaghi col nome di “Ebed Shalom”, servo della pace, il totem in lingua ebraica che le scolte gli avevano dato.
Con questo magnifico giorno, che lascia un segno nella storia del movimento scout canturino, il Masci e l’Agesci riprendono il cammino. E sarà il ricordo di don Adolfo Asnaghi ad accompagnarli per camminare ancora, sempre più su, verso lo Spirito che sorride al di là di ogni conquista, che va incontro a tutti gli uomini ammantato dallo splendore concreto dell’Universo.
L’avventura scout continua: “lasciare il mondo migliore di come è stato trovato” è il compito di ogni scout. E da fare c’è ancora molto.
Pochi giorni prima della sua morte, avvenuta il 16 gennaio 2007, aveva scritto, “sono preparato”, il motto scout concretamente vissuto nel momento in cui Dio lo ha chiamato.
A scoprire la grande targa, sono stati invitati un lupetto e una lupetta, ma con loro, quel sabato pomeriggio, c’erano tutti gli scout di Cantù, di ieri e di oggi e, idealmente, tutta la grande famiglia scout, riunita, in un cerchio ideale, dalle affinità del cuore, del pensiero e della fede, riunita intorno ad un’uguale Promessa, ad un’uguale legge scout.
Cerimonia semplice, ma di grande significato. Il pannello è posizionato a metà della Salita Camuzio, la strada acciottolata che porta al Collegio “De Amicis”, dove per tanti anni don Asnaghi è stato professore di storia e filosofia e dove lo scoutismo canturino ha spesso trovato la sede per le sue attività.
Presenti sono il sindaco e l’assessore alle politiche giovanili. E poi mons. Lino Cerutti, già prevosto di Cantù, don Alberto Vigorelli, successore di don Asnaghi nella guida spirituale degli scout.
Ci sono i primi scout di Cantù, Roberto Allievi, Luciano Giani, Angelo Avedano, Eli Colombo, Antonio Pagani, Massimo Novati, Giuseppe Mauri; le prime scolte, Mariadele Marelli, Luisa Terzi, Ermanna Carugati, Paola Gaiani, Mariangela Fallini. Hanno risposto Stefania e Giulia; e Danilo in rappresentanza del CNGEI di Como… E poi tanti amici e famigliari degli scout e tante persone che hanno conosciuto don Asnaghi e ora lo ricordano con affetto.
Nella breve, ma intensa cerimonia, grazie anche agli interventi che si sono succeduti, tutti hanno idealmente ripercorso il cammino fatto con don Asnaghi e tutti hanno sentito vivissimo il ricordo di un’esperienza unica ed irripetibile e le tante, bellissime avventure vissute insieme: le notti sotto le stelle nelle brevi radure; il fuoco dei bivacchi intorno ai quali si scioglieva il canto e il silenzio della notte preparava alla contemplazione; le route piene di strade e di sole, di pioggia e di vento, e quel camminare in cerca d’acqua, di un posto per dormire, un passo dopo l’altro e lo zaino con l’essenziale dentro.
Lui, il don, insieme nel freddo dei campi invernali, a rabbrividire al mattino dentro le tende coperte di rugiada, a guardare l’immagine del sole riflessa nei laghi, a mostrare lo splendore dell’albero e dell’aria, la bellezza dell’alba e del tramonto ,insieme nella preghiera e nel lavoro, nel dividere il pane e i doni dello Spirito.
Lui, ad indicare la via della verità, a segnalare le occasioni di felicità che sono spesso così difficili da riconoscere e da afferrare.
Insieme, nelle Messe al campo sull’altare fatto di tronchi e di rami mentre lui stende la mano sul pane e sul vino e li rende alimento vivo e santo.
Don Asnaghi, uno studioso, che ha amato la chiesa ortodossa, l’assoluta bellezza delle icone, l’oriente bizantino che medita e contempla, la spiritualità del monachesimo russo. Un sacerdote che ha vissuto pieni silenzi, che ha amato in egual misura la luce e le tenebre, la gioia e il dolore, la speranza e la delusione,la vittoria e la sconfitta; che ha accolto gli affanni degli uomini per restituirli poi ricchi di significato e di amore, che ha fugato paure e sconforti, ripetendo con vigore: “impotente è il male, noi siamo eterni e con noi c’è Dio”. La targa che lo ricorda dice anche tutta la gioia degli scout per averlo un giorno incontrato, per aver camminato con lui cantando, tacendo, pregando,sostando a cercare fiori per la mensa e vino per la comunione.
Al termine della cerimonia, nel cortile del Collegio “DeAmicis”, don Alberto ha infine celebrato la Messa mentre il tramonto dipingeva di rosso e d’arancio il monte Rosa, il Sacro Monte di Varese e il Generoso.
Dirigono la liturgia gli scout di oggi, con le loro chitarre e i loro canti dal ritmo veloce. Al momento della pace, don Alberto ricorda don Asnaghi col nome di “Ebed Shalom”, servo della pace, il totem in lingua ebraica che le scolte gli avevano dato.
Con questo magnifico giorno, che lascia un segno nella storia del movimento scout canturino, il Masci e l’Agesci riprendono il cammino. E sarà il ricordo di don Adolfo Asnaghi ad accompagnarli per camminare ancora, sempre più su, verso lo Spirito che sorride al di là di ogni conquista, che va incontro a tutti gli uomini ammantato dallo splendore concreto dell’Universo.
L’avventura scout continua: “lasciare il mondo migliore di come è stato trovato” è il compito di ogni scout. E da fare c’è ancora molto.
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